di Giuseppe Felici rossointoccabile

 

15

Il grande barroccino nel cielo.

parte seconda

 

Sono meno vivi coloro che nella loro vita non hanno altro scopo che se stessi.

ydwyr in scacchiera tra le stelle di Poul Anderson

 

 

Terra. Non molto al di sotto del livello del suolo.

- È sostanzialmente la questione con chi è meglio stare. Chi attacca o chi è attaccato? Molti muore lo stesso.

È questa la discussione che stiamo rappresentando. –

- Quindi secondo voi c’è qualcuno che sta attirando i vostri simili per preparare un attacco. Ma come fanno a convincerli tutti? –

- Noi-loro non lo sappiamo. Non c’è componente verbale alla discussione. Fino a quando giochiamo questo argomento molti muoiono, questo è il gioco.

Alcuni dicono-fanno che le discussioni dovrebbero essere meno reali, che non dovremmo fare le cose che discutiamo. Ma gli altri li picchiano sostenendo il contrario.

Come fate voi umani? –

- Ti ringrazio per avermi compreso tra gli umani. In realtà facciamo più o meno lo stesso, con molta meno consapevolezza del fatto che stiamo recitando dei ruoli nella sperimentazione di posizioni contrapposte. Questo fa si che è più difficile abbandonare gli esperimenti falliti. –

- A che scopo? Una volta visto/sperimentato/ammesso chi aveva ragione è meglio passare a vivere un’altra discussione. –

- Credo che il problema sia, appunto, la consapevolezza di ciò. –

 

Orbita terrestre. Stazione spaziale Samarobryn.

Fluisce tra i circuiti, riparando danni infinitesimali, invisibili a sensi meno raffinati dei suoi.

Il suo corpo si comporta per molti versi come se fosse un liquido, pur essendo completamente solido, ultimo passaggio evolutivo nella sua continua trasformazione tecno-biologica.

Un tempo, poco tempo fa, ma millenni, soggettivamente, era un uomo, un militare, con la testa seppellita dentro una morale dei bianchi e neri che gli impediva di vedere il mondo per com’è veramente.

Convinto della purezza del sistema pensò di potersi intromettere in giochi più grandi di lui, senza forzare le regole.

Come risultato si trovò prigioniero di Destino, mutato oltre l’umano, con sulle spalle l’infamante accusa del tradimento, accusa che portava al posto dei suoi colleghi, che continuavano a lavorare nel complesso bellico, sotto lo stesso doppio padrone.

Mentre il suo nome è stato macchiato per sempre.

Ha vissuto molte avventure da allora, è la sua visione del mondo ne è stata mutata.

Radicalmente.

Questa è la sua ennesima possibilità di redenzione, non la sprecherà.

L’ingenuo Desmond Pitt l’avrebbe buttata a mare, ma non Darkoth.

Fluisce ancora negli interstizi della macchina, modificandola a livello molecolare.

Sfrutta la maggior comprensione del suo potere che gli ha fornito Warlock, migliorando lo scambio d’informazioni tra il suo cervello, per molti versi ancora umano, e i miliardi di naniti tecnorganici diretta derivazione del Magus della Phalanx.

Alterati dalla magia del Limbo.

Esce dalla macchina. – Finito, credo siamo pronti a testarla. Preparatevi alla pioggia. –

Dragoluna muove le mani sui complessi comandi della stazione e su una piccola zona dell’India, oppressa dalla siccità, inizia a piovere.

Darkoth sospira. – Se solo fosse applicabile su larga scala. –

- Non disperare – la sua compagna di missione ghigna – quando riusciremo a imbrigliare la potenza di calcolo dell’Intelligenza Kree potremo gestire la complessità del sistema meteorologico planetario. Allora forniremo al mondo il modo di gestire il tempo atmosferico in certe zone senza provocare disastri in altri luoghi.

Riusciremo a prevedere il battito d’ali della farfalla. -

- Vorrei essere ottimista quanto lo sei tu. –

- Continua a frequentarmi. –

 

Sirius X. Cabaret di Mamma Alpha.

- Mantis. La cosa si fa interessante. –

- Si, il suo apprendistato richiede che venga nuovamente messa in relazione con altri esseri. È stata da sola fin troppo a lungo, rischia di perdere la prospettiva. -

- In questo momento, quindi, viene ospitata dagli eterni skrull. –

- Si, è presto per inserirla in una rivoluzione gia in atto. Oltre tutto non è una cosa che si può imporre.

- Non possiamo sottovalutare la sua passata relazione con il Surfer. –

- No. In effetti quell’esperienza ci ha fatto decidere questo passo. Manifestava chiaramente il disagio della solitudine. -

- Genis è ancora coinvolto con gli eterni kree. Le loro scaramucce civili potrebbero provocare una crisi galattica, in breve tempo. –

- Speriamo di no. Di solito, malgrado il loro devastante potenziale, riescono a contenere i danni, vista la loro paura di un ennesimo conflitto con i Celestiali.

Prima o poi, però, quel conflitto avverrà e noi ci troveremo, quasi certamente, tutti coinvolti. –

- Il mago supremo della Terra è cambiato, Strange ha lasciato il manto al suo allievo. Rintrah ha certamente il potenziale per sostituirlo, ma non ha esperienza. Per contro i miei ex protetti continuano la ricerca del libro di Chthon sotto la supervisione di Agatha Harkness, ben più esperta di me, e forse più potente. –

- Bene, almeno sul piano mistico non sembrano prospettarsi crisi a breve periodo, anche se il ritorno di Chthon resta un pericolo reale.

- In compenso la nuova politica dei Vendicatori di chiusura delle frontiere spaziali rischia di coinvolgere la Terra in un conflitto spaziale a breve termine. Abbiamo finito di apportare le modifiche alla Porta, quindi possiamo far incontrare i Falzon. Thor ci ha fatto capire che il piano divino preferisce risolvere la crisi asgardiana in proprio, cosa che fa ben sperare. Voi? -

- L’occupazione degli Shi’ar non si è allentata, sempre più spesso dimostrazioni pacifiche finiscono con degli scontri. Non so se si riuscirà a concludere questa vicenda in qualche forma pacifica. I militaristi mordono il freno per iniziare una nuova guerra e a conflitto iniziato sarà difficile per chiunque tirarsi fuori. –

- Un’altra potenziale guerra intergalattica, non è cambiato molto dalle tregue tra kree e skrull, che duravano lo spazio di un mattino e finivano con distruzioni immani, temo. –

- Augh – Modred si accascia.

- Che succede? –

- Il nesso della realtà. Qualcosa lo ha perturbato in maniera profonda. –

- Ci manca solo questo, sarà il caso di rientrare a controllare. –

- Buona fortuna, figlioli.

 

Via Lattea. Pianeta degli Zen-Whoberis. Un villaggio tra molti.

Gamora vaga tra i vicoli del villaggio.

Ricorda dolorosamente quei luoghi, ancora uguali dopo molti anni e mutazioni cosmiche.

A causa anche di molte delle sue azioni, l’universo in cui il suo mondo è andato distrutto non esiste più, così come non esistono più la gran parte delle sue diramazioni.

Ma il suo pianeta sembra immutato.

Affamata entra in un locale; lungo un tavolo sono sistemati dei banconi con il cibo. Prende un vassoio e lo riempie. Poi cerca la cassa, per pagare, ma non ve n’è traccia. Riemergono i suoi ricordi di bambina, il sistema di scambio su quel mondo è diverso, e come potrebbe non esserlo?

Si siede, chiedendosi se rimarrà sul pianeta abbastanza a lungo da sdebitarsi anche solo di questo piccolo pasto.

I sapori richiamano alla sua mente i ricordi più incredibili. Momenti d’affetto, cognizioni che credeva perdute – Questa cosa devo programmarla sui replicatori alimentari.

- Non sei di qui. –

Non è una domanda. Lei alza lo sguardo, malgrado gli anni è un volto familiare.

– No, non lo sono, un tempo lo ero, ma è stato molte vite fa, pensavo di far ancora parte di questo mondo, ma ora so che non è così. Il mio mondo è rimasto chissà dove tra le pieghe del tempo. –

- Ma può tornare ad esserlo, permettimi di guidarti. –

- Ricordo questa cosa. Si, guidami. –

 

Orbita terrestre. Stazione spaziale Samarobryn.

La stazione ruota lentamente, con tutti i pannelli solari aperti in tutta la loro estenzione. Gli accumulatori si caricano. Desmond Pitt supervisiona il processo. Tutti i sistemi sono al massimo della loro potenzialità.

I generatori d’emergenza sono pronti ad entrare in azione, se del caso.

Quando gli accumulatori saranno a pieno potenziale daranno il via e la stazione inizierà a lavorare a pieno regime.

Desmond si dirige all’apparato di comunicazione, un sistema di certo sovradimensionato rispetto ai suoi bisogni.

Il sistema si interfaccia, lui muta il suo corpo inserendosi direttamente nella rete.

- Pronto? Parlo con l’ufficio dell’avvocato Powell? Desmond Pitt. Si, vorrei fissare un appuntamento. Riconoscimento in vita e, se del caso, affidamento di mio figlio. Si, grazie, ci sarò. –

 

Terra. Non molto al di sotto del livello del suolo.

Tentacoli spuntano improvvisamente dal muro. I talpoidi ne sarebbero rapidamente sbaragliati se non fosse per il fatto che Warlock non fatica a liberarsene e per la loro intrinseca instabilità.

Molti tentacoli svaniscono dopo essere stati spezzati, altri ancora prima, liberando i loro prigionieri.

- Siamo ad un punto interessante della discussione, non trovate? –

- Si, le opinioni dell’altra parte stanno per venir confutate. Sembra che il progetto non riesca ad andare in porto, soprattutto, non senza attirare l’attenzione. Ma il tutto va ancora discusso/verificato fino in fondo. –

- Credo che questo sia, seppur velato, un dubbio sulla mia capacità di uscirne indenne. Non ci resta che verificare se è fondato. -

Detto ciò Warlock riprende ad avanzare nei corridoi, seguito dai talpoidi.

 

Orbita terrestre. Stazione spaziale Samarobryn.

Dragoluna porta a compimento le ultime verifiche.

Tutti i sistemi importanti hanno pannelli di controllo e fonti di energia ridondanti.

Dal muro escono 20 robot da combattimento, pesantemente equipaggiati. Tutti si connettono al sistema d’allarme e a quello di comunicazione.

Heather Douglas ha il tempo di riflettere su come è ancora una volta cambiata la sua vita.

Riassumere la sua identità umana non è stato un passo senza conseguenze, come credeva.

È stato un po’ come rinunciare ad una identità segreta. Non è più la vendicatrice Dragoluna, è Heather Douglas, conosciuta col nome di battaglia di Dragoluna.

Poco importa se per lei è diverso.

È un personaggio pubblico, ora e la sua immagine è mediata da come il pubblico la percepisce.

Incredibilmente questo l’ha portata ad abbandonare quasi del tutto i costumi minimali per guaine maggiormente coprenti, ispirate alla linea VanDyne o disegnati direttamente da Wasp.

Come questo costume nero, blu violaceo e azzurro.

È nuovamente vicina al padre, che ha riacquistato le sue facoltà mentali e sta ricominciando da dove aveva iniziato a deviare, su Ba-bani, prima delle tragedie e degli errori.

- Giusto, bando alle ciance. Darkoth, siamo pronti? -

- Si, già da alcuni minuti, per quel che mi riguarda. –

Pip mastica il sigaro mentre finisce di guardare gli schermi. – Si, anche qui tutto a posto. -

- Bene, via. – Dragoluna pigia un pulsante. Un gesto semplice, ma l’immensa stazione spaziale inizia il compito per cui è stata modificata.

Nella zona compresa tra Borneo, Indonesia e sud est asiatico, provocata dalla crescente industrializzazione, ma soprattutto dalla deforestazione selvaggia tramite incendi di quelle zone, viaggia ciclicamente una nube tossica.

Essa provoca migliaia di morti per complicazioni respiratorie.

L’intera capacità di calcolo della stazione metereologica Samarobryn è impegnata nel delicato compito di guidare la nube verso una enorme porta senza provocare devastazioni ambientali.

L’aria inquinata viene filtrata da un sistema di bonifica contenuto nella stessa stazione e poi reimmessa nell’atmosfera.

Non certo una soluzione definitiva al problema, ma di certo sufficiente a contenere i danni mentre si lavora alla soluzione definitiva. Una modifica sistematica del modello di sviluppo.

Dragoluna sorride. – È un primo passo.

 

Via Lattea. Pianeta degli Zen-Whoberis. Un villaggio tra molti.

- Gran parte dei pochi che conoscono il nostro mondo pensano che siamo dei primitivi, isolati dalla galassia. Credono sia il prezzo che paghiamo alle nostre convinzioni.

In realtà, pur non viaggiando cerchiamo di tenerci aggiornati su ciò che succede attorno a noi.

Sappiamo quindi di te e dei tuoi amici, sappiamo anche, in parte, chi sei. –

Lo Zen-Whoberi la guarda negli occhi.

- Vieni, entriamo qui, c’è qualcuno che devi incontrare. –

 

Orbita terrestre. Stazione spaziale Samarobryn.

Arthur Douglas guarda la figlia che attiva la stazione, modificando, seppur in maniera minimale, il clima del pianeta.

Il suo ruolo è stato minimo, in questa impresa, non fa fatica ad ammetterlo. Spostare pesi e fare la guardia.

Gira gli occhi verso le immense vetrate della sala comandi. Una modifica che non ha problemi a definire superflua, ma c’era un grande foro da chiudere e quello è il modo migliore per farlo, così da mostrare il panorama mozzafiato a chi compirà i lunghi e noiosi turni di guardia sulla stazione.

I robot da combattimento potrebbero essere sufficienti a respingere il primo attacco di quasi ogni avversario, ciò non toglie che loro preferiscono una supervisione senziente, in fondo, col loro mezzo di trasporto, è come se la stazione spaziale fosse una nuova teoria di stanze della loro base.

Drax si prepara al primo turno di guardia, che tocca a lui. Attraversa la Porta fino alla sua camera.

Il loro sistema di trasporto, modificato per bypassare la barriera dell’Ordine (in fondo nulla di più facile per un sistema che sfrutta le pieghe dello spazio-tempo per effettuare un trasporto virtualmente immediato) non sembra mutato, continua a lasciare quella insolita sensazione di stiramento.

Drax raccoglie un mucchio di libri che aveva gia preparato e riattraversa la Porta.

- Bene, sono pronto. – Sorride alla figlia.

- Buon lavoro. – Lei lo guarda un momento, indecisa se baciarlo. Poi attraversa la Porta, seguita da Darkoth. Pip è gia sparito per conto suo.

 

Terra. Non molto al di sotto del livello del suolo.

Sommerso dall’orda di creature meccaniche che cercano di sopraffarlo, nessuno avrebbe il tempo di riflettere sulle evidenti incongruenze che presentano.

Adam Warlock è diverso, mentre assesta colpi letali a destra e a manca, il suo cervello, profondamente analitico, non si lascia sfuggire un particolare.

La struttura delle creature che lo attaccano, apparentemente dei robot, non potrebbe funzionare. Pur avendone infranti a decine non vede sistemi energetici, accumulatori o trasmettitori.

Sono sistemi meccanici totalmente privi di elettronica.

Inoltre alcuni svaniscono senza motivo apparente.

Adam Warlock manda in frantumi l’ultimo dei costrutti, che si dissolve immediatamente dopo e sfonda con un potente colpo il muro dietro il quale aveva percepito la presenza del suo avversario.

Biondo, alto e statuario, attorniato da uno sparuto gruppo di talpoidi il tiranno del regno sotterraneo sta trafficando attorno ad una enorme machina.

Da alcune aperture nella sua struttura fuoriescono delle fiamme, apparentemente senza calore.

- Oh, che piacere, Adam Warlock. Sapevo che il mio incapace antagonista avrebbe chiesto aiuto, ma non mi sarei aspettato la grande fortuna di incontrare te.

Sei la cavia perfetta per compiere l’ultimo test per la mia macchina, ora che ho finito di metterla a posto. Un degno avversario per Tyrannus e il suo nuovo apparato per controllare la Fiamma della Vita. –

 

New York. Un appartamento.

L’uomo, diciamo così, rientra in casa dopo una giornata di lavoro. Sono ormai anni che vive nascosto, svolgendo un lavoro al di sotto delle sue capacità, nascosto in quella sconfinata metropoli che è la città di New York (in realtà poco più che un villaggetto se paragonata allo splendore della sua città d’origine, al suo passato splendore, ricorda).

Le finestre sono chiuse, le tende tirate.

L’uomo spegne il proiettore olografico che maschera la sua identità. Riassumere il proprio aspetto, che il proiettore altera in maniera minima, è rilassante.

L’uomo si rende conto che il sollievo è soltanto psicologico, ma non può negarlo.

Improvvisamente avverte un movimento dietro di se.

Si gira allarmato. Dal muro vede spuntare tre figure. Il primo è, in apparenza, completamente umano. Il cappuccio verde calato sugli occhi nasconde quasi completamente i capelli bianchi.

Il secondo, anch’egli sostanzialmente umano, ma abbigliato come gli eterni di Titano ed il terzo, dalla pelle blu, insolitamente familiare.

Dopo alcuni istanti di sorpresa, Falzon si lascia sfuggire un sussurro tra i denti. – Arides. –

- Non sono il mio sfortunato fratello, padre. È molto che desideravo darti mie notizie, dopo la mia rocambolesca fuga. –

Falzon si getta fra le braccia del figlio, con le lacrime agli occhi.

- Credo abbiate molto da raccontarvi. Torneremo poi, per la nostra proposta. – detto questo Modred si gira e riattraversa la Porta, seguito da Demeityr.

 

Via Lattea. Pianeta degli Zen-Whoberis. Un villaggio tra molti.

Gamora è in piedi, fredda sull’ingresso.

- Tu dici di guidarmi. Perché allora mi fai questo? –

Fissa con timore le facce invecchiate che somigliano, drammaticamente, ai suoi genitori.

- Non aver paura – sua “madre” fa un passo avanti – entra pure. C’è molto che devi imparare su di noi e questo è il luogo migliore per farlo. –

Gamora entra, esitante e si guarda intorno.

In quel momento entra nella stanza un’altra persona. Gamora la guarda in volto, non riconoscendola, in un primo tempo. Forse è l’espressione placida di una donna in pace col cosmo, forse la figura meno massiccia di un corpo mai addestrato al combattimento, fatto sta che resta zitta fino a che la nuova venuta non si fa avanti, sorridendo.

- Benvenuta, mi chiamo Gamora. Credo abbiamo molto di cui parlare. –

 

Luna. Base della Guardia.

- Bingo. –

Sundragon fa per alzare il cinque. Poi nota che K’lrt non reagisce in alcun modo e riabbassa la mano.

- È un’esclamazione umana di gioia, vero? Vuol dire che abbiamo superato il 50%. –

- Si, si alzano le mani e si sbattono assieme. Ci sono anche delle forme più articolate, ma sarebbero buffe da spiegare, meglio mostrarle. –

K’lrt alza la mano e Sundragon vi batte contro la sua.

- Credo che per il momento basti così. Avvertiamo Adam. –

 

Terra. Non molto al di sotto del livello del suolo.

- La Fiamma della Vita? Non ti sei ancora stancato di rischiare con oggetti al di sopra delle tue capacità, Tyrannus? Immagino che aver riassunto il tuo aspetto umano ti abbia gasato. –

- Zitto, gia una volta sono quasi riuscito a dominare l’originale fiamma della vita. Ora che ho ricostruito la macchina che può concentrarla nulla può fermarmi. Posso dominarla, così come sono riuscito ad invertire la trasformazione. –

Tyrannus muove un braccio e dalla macchina esce una fiammata che di solidifica in un colossale braccio metallico che non riesce ad afferrare Warlock, che intanto si è spostato di qualche metro più vicino.

- Quasi? È quello che possono dire tutti i despoti falliti.

Questa macchina risponde alla volontà, se non erro. –

- Si, e la volontà di Tyrannus sarà imposta a tutto il pianeta, grazie ad essa. Perché vuoi saperlo? –

- Così, tanto per chiedere. – Adam Warlock appoggia una mano sulla macchina. Immense fiammate si levano dalle fessure per poi riunirsi in un globo luminoso che sfreccia verso l’alto attraverso il soffitto della caverna. – Tanto per chiedere. –

Dal corridoio sbuca l’Uomo Talpa, seguito da centinaia di talpoidi

- Bene, Tyrannus. I tuoi schiavi sotterranei hanno deciso di abbandonarti, visto che non rappresenti un’alternativa valida e la tua energia vivente ha raggiunto la sua precedente manifestazione nello spazio. Che fai, ti arrendi? –

- Mai. Non a te. – Così dicendo Tyrannus salta in una spaccatura apparentemente senza fondo.

- Tornerà. - Harvey Elder fissa la voragine. – Cadute di questo tipo non l’hanno mai ucciso. -

- Vero, ma tornerà per farsi sconfiggere di nuovo. –

- Adam? Obiettivo raggiunto. Ho gia indetto la conferenza stampa ed abbiamo l’altro impegno che sai. Gli altri sono gia rientrati quasi tutti.

- Bene, sembra che per questa volta qui abbiamo finito. Vieni, ho alcune proposte da sottoporti, prima di andare via. Altri impegni mi attendono, fra non molto.

 

Ottawa. Una manifestazione ambientalista.

- Guarda quello, avrà addosso un Armani da 2000 dollari, che cazzo ci starà a fare qui, con questi sovversivi di merda. –

- Ormai in queste manifestazioni ci viene di tutto. Questo poi ha tutti i vantaggi, viene qua e rompe i cojoni, tanto ha il culo coperto. Penserà che visto che è ben vestito tutto gli è permesso.

Ma stavolta ha sbagliato i suoi conti.

Se carichiamo su di lui facciamo in tempo a dargli una buona lezione prima che gli altri reagiscano, non interverranno volentieri a difendere un damerino del genere. E quando reagiranno abbiamo l’occasione per sprangarli tutti, così imparano a starsene a casa loro. –

- Si mi sembra un buona idea, passo la parola. –

La falange della polizia si muove compatta contro il corteo. La retroguardia si prepara a sparare i lacrimogeni.

Improvvisamente delle ombre coprono il sole.

Dall’alto stanno scendendo delle figure imponenti. Dei colossi perfetti e muscolosi, quasi scolpiti in chissà quale materiale prezioso, addobbati di costumi sgargianti, con i mantelli sventolanti, stagliati contro il cielo.

La figura centrale, dal corpo scolpito d’oro, coperto solo da un body rosso, aderente. Il mantello rosso e oro gonfiato dal vento. Coperto di monili dorati e una gemma verde in fronte, capace di rapire lo sguardo.

Egli si abbassa, fin quasi a toccare il suolo.

La sua voce è il suono più dolce che abbiano mai sentito, ma gela il sangue nelle vene.

- Buongiorno, siamo la Guardia dell’Infinito. Ci hanno chiesto di garantire il servizio d’ordine di questo corteo. Garantiamo noi che non vi saranno incidenti. –

Poi torna a sollevarsi.

L’intera falange di polizia arretra. Per la prima volta nella loro vita hanno conosciuto il terrore più puro. Eppure non sarebbero mai stati in grado di dire di essere stati minacciati.

 

Campagna. Appena fuori da Montecarlo. Sede della Fondazione Scientifica.

L’ampio piazzale è pieno di auto. Autobus hanno portato coloro che non erano in grado di muoversi autonomamente.

I giornalisti si assembrano attorno al ricco buffet, sufficiente a sfamare orde barbare.

Nel parco è stato allestito un set, lungo il tavolo iniziano a prendere posto i componenti della Guardia.

Adam Warlock batte il dito sul microfono. – Uno, due, tre, prova. –

L’attenzione di tutti si sposta sul tavolo, l’attesa della notizia e il desiderio che continui la pacchia contribuiscono in egual modo.

- Buona sera. Siamo tutti affamati, quindi sarò molto breve. Devo darvi due notizie.

Intanto, l’attivazione della stazione Samarobryn è andata a buon fine. La nube tossica si sta lentamente assottigliando. Sappiamo tutti che non è una soluzione, un piccolo palliativo, nella migliore delle ipotesi. Ma, perdonatemi la pessima battuta, ci darà un attimo di respiro.

Vorrei ricordaste che non è consigliabile per nessuno cercare di impossessarsi della stazione spaziale per fini violenti, visto che la stiamo sorvegliando personalmente.

La seconda notizia, di certo meno importante, se non forse per la pagina finanziaria, è che la Fondazione ha acquisito, proprio oggi, la quota di maggioranza della Brand Corporation, che il governo degli Stati Uniti ha rimesso sul mercato dopo le recenti traversie. Abbiamo intenzione di trasformarla in un componente importante del nostro dipartimento di ricerca tecnologica.

Vorrei rassicurare tutti i dipendenti della Brand che il loro posto di lavoro è garantito e i loro contratti verranno adeguati a quelli della Fondazione, certamente più vantaggiosi dei precedenti.

Inoltre verranno eliminate tutte le clausole discriminatorie, più o meno nascoste, come quelle per i mutanti.

Invitiamo anzi chiunque dotato di capacità particolari a presentarsi presso i nostri uffici personale.

Se avete domande potrete farle durante la cena, tutti i componenti della Guardia presenti sono adeguatamente informati. –

 

Strasburgo. Non lontano dal Parlamento europeo.

Appena uscito dalla commissione davanti alla quale ha relazionato sul progetto Samarobryn, Adam Warlock vola via, ancora vestito del suo completo nero.

La sua attenzione è attirata dalle sirene della polizia, che convergono verso un supermercato, li vicino.

Muta rapidamente il suo abito e scende direttamente davanti all’entrata. Un uomo con gli occhi spiritati sta puntando una pistola alla tempia di un ostaggio. La canna a poco più di due dita dalla testa. Si trova a circa dieci metri da Warlock, in cima alla scalinata.

Il mediatore perde la testa e come conseguenza anche l’inquietudine dell’uomo raggiunge punte ancora più alte. Spara sull’ostaggio. Adam Warlock è scattato, un istante prima che venisse premuto il grilletto, ed interpone la mano, accuratamente inclinata, tra la canna e la tempia della donna. Il proiettile viene deviato, così da colpire la pistola, ma anche sfiorare la mano dell’uomo.

Warlock, intanto, interpone il suo corpo sulla traiettoria di tiro dei cecchini. Con l’altra mano preme il giusto punto su collo dell’uomo, che si accascia a terra.

 

Strasburgo. Pochi minuti dopo.

- Un intervento magistrale, che ha sventato una tragedia senza provocare vittime. Come si sente, signor Warlock? -

- Moderatamente soddisfatto. L’angolo di deviazione del proiettile era leggermente errato, poiché nelle mie intenzioni era più che sufficiente colpire la pistola.

Contrariamente a molti miei colleghi non provo particolare piacere a sfogare violentemente le mie frustrazioni contro persone più disperate di me. –

 

Luna. Base della Guardia.

Adam Warlock attraversa la Porta e si dirige verso a sala comandi.

- Ho commesso troppi errori, ultimamente. Questo e l’aver trovato un Magus, come mia possibile evoluzione nel Limbo mi ha convinto della mia inadeguatezza. Credo che voi dobbiate portare avanti i nostri scopi da soli, per un po’ di tempo. Mi ritiro nella mia stanza di meditazione. –

Pip lo fissa con la bocca aperta –Non vorrai mica… -

- Si, credo sia necessario. –

 

Stanza di meditazione di Adam Warlock

Steso in terra, assolutamente immobile, un enorme bozzolo aspetta.

 

Seguimos en combate